CREATO A ANGELO MARTUCCI

QUESTA E' UNA PAGINA CREATA DA ANGELO MARTUCCI, DEDICATA INTERAMENTE ALLA POLITICA SANSOSTESE







lunedì 31 ottobre 2011

AVVISO AI LETTORI DEL MARTUS JOURNAL! VOGLIONO TAPPARCI LA BOCCA, VOGLIONO CHIUDERE IL NOSTRO GIORNALE!

Viviamo in Italia o in qualche sperduto villaggio della Cina comunista post-sovietica?
Il nostro giornale è diventato scomodo per qualcuno tanto da smuovere le "montagne" finchè qualcuno ci "richiamasse all'ordine". I NOSTRI ARTICOLI SONO TROPPO FORTI" a detto di qualcuno, che in realtà teme di essere smascherato e messo in cattiva luce agli occhi del popolo onesto.
Il Martus Journal non appartiene ad Angelo Martucci, come tutta la Redazione ha rimarcato più volte; è al servizio di chiunque voglia far sentire la propria voce nel rispetto delle regole e della dignità individuale.
E' forse questo l'epilogo di una brutta vicenda iniziata non molto tempo fa? 


domenica 30 ottobre 2011

BUON SENSO E GIUSTE SCELTE _ Uniti per voltare pagina.

"Sappiate che chi vuole il popolo reggere, deve pensare al bene universale; e chi vuol altri da li error correggere, sforzisi lui di non far male: perciò conviensi giusta vita eleggere, perchè lo esemplo al popolo molto vale e quel che fa lui sol fanno poi molti, che ne signor son tutti gli occhi volti.
Non pensi a util prorpio o a piacere, ma al bene universale di ciascuno: bisogna sempre gli occhi aperti avere (Gli altri dormon con gli occhi di quest'uomo) e peri la bilancia ben tenere; d'avarizia e lussuria esser digiuno; affidabil, dolce e grato si conservi; el signor dee esser servo dè servi". (LORENZO IL MAGNIFICO)
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E' opinione diffusa che la politica sia un'arte che si apprende senza preparazione, si esercita senza competenza, si attua con furberia.
E' anche opnione diffusa cha alla politica non si applichi la morale comune e si parla spesso di due morali, quella dei rapporti privati, e l'altra (che non sarebbe morale nè moralizzabile) della vita pubblica.
La politica invece dev'essere satura di eticità, isirata all'amore per il prossimo, resa nobile dalla finalità del bene comune.
Siamo veramente pronti ad applicare questi principi, che devono, invece, costituire la bese della "filosofia politica del nuovo governante?"
Essare sincero e onesto, è la prima regola dell'attività politica. Promettere poco e realizzare ciò che si è promesso. Può operare in questa direzione solo chi non è stato dai meccanismi di una politica sporca, settaria e affaristica che purtroppo ha caratterizzato il panorama sansostese degli ultimi due anni; chi sottopone al giudizio del popolo il proprio pensiero, le proprie idee e persino la propria immagine quale garanzia di trasparenza e di lealtà.
Chi ama troppo il denaro, non può fare attività politica, poichè tende ad accumulare capitali, per garantirsi il comando.
Chi si circonda di adulatori altera la visione della realtà e agisce in una solo direzione.
I collaboratori devono essere considerati degli amici e non dei poveretti.
La scelta dei collaboratori deve avvenire non dalla "conta dei voti" ma in base alle capacità intellettuali soggettive. E' chiaro che si vince con i consensi, però, questi non devono assolutamente derivare dalle false promesse, dalle monzogne, dalle minacce e dal ricatto, come è avvenuto di recente.
Dobbiamo prendere coscienza del fatto che chiunque tenta di estorcere il consenso facendo leva sulle necessità personali, è un essere malvaggio e spregevole, pronto a calpestere la dignità del libero cittadino pur di raggiungere il proprio scopo.
Loschi personaggi di "prima Repubblica" si aggirano ancore sulle piazze sansostesi e nelle nostre case, illudendo gli onesti cittadino, talora bisognosi, con la vana speranza di un posto di lavoro in "cliniche fantasma" o di "sistemazioni" che non potranno mai avvenire.
Tali personaggi hanno distrutto il nostro paese, sotto tutti i punti di vista, San Sosti ha raggiunto un livello di decadenza mai registrato prima. Siamo ostaggi di poche famiglie (le solite) e degli pseudo-strateghi di una politica affaristica e malsana.
E' iniziata la folle corsa alla formazione delle liste elettorali, i metodi, però, sono quelli di sempre: l'amico dell'amico, la famiglia, il gruppo...
E' di menti giovani e lungimiranti che il nostro paese ha bisogno, menti pregne di idee, di progetti nell'interesse dell'intera comunità.
Ma il rinnovamento non necessariamente è legato alla formazione di una lista composta di soli giovani, la recente esperienza, la peggiore degli ultimi 20 anni, ci ha insegnato che alcuni giovani non sono altro che la continuità e la peggiore espressione di un a politica affaristica, corrota e malsana che ha condotto San Sosti alla rovina, fanalino di coda della provincia di Cosenza.
Da cittadini sansostese mi auguro che si possa ritrovare il buon senso nella scelta delle persone "giuste" e voltare finalmente pagina.

                                                                                 Angelo Martucci

mercoledì 19 ottobre 2011

LAVORO E LIBERTA': DUE ARTICOLI COSTITUZIONALI A GARANZIA














LAVORO E LIBERTA': DUE ARTICOLI COSTITUZIONALI A GARANZIA

Di Antonio Cozzitorto

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Di seguito ad lunga serie di ritorsioni e sopprusi di ogni genere, un amico un giorno mi disse.. “questa gente è cattiva…”
Gli risposi citando dei versi del libro L'ombra del vento (Carlos Ruiz Zafón) : “Non è cattiva. E’ idiota! E' ben diverso.
La malvagità presuppone un certo spessore morale, forza di volontà e intelligenza.
L'idiota invece non si sofferma a ragionare, obbedisce all'istinto, convinto di agire nel nome del bene e di avere sempre ragione. Si sente orgoglioso di rompere le palle, con licenza parlando, a tutti coloro che considera diversi, per il colore della pelle, perché hanno altre opinioni, perché parlano un'altra lingua, perché non sono nati nel suo paese o, come nel tuo caso , perché non approva il loro modo di divertirsi.”
Lui mi rispose semplicemente : “Allora nel mondo c'è bisogno di più gente cattiva”.
Tra i 139 articoli della nostra Costituzione, due (art. 1 diritto al lavoro, art. 21 libertà di opinione) sono particolarmente significativi, poichè garantiscono il mantenimento di uno Stato libero e civilizzato.

« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. » (art. 21).
- Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
- Ognuno ha diritto di esprimere e diffondere liberamente le sue opinioni con parole, scritti e immagini, e di informarsi senza impedimento da fonti accessibili a tutti. Sono garantite la libertà di stampa e d'informazione mediante la radio e il cinematografo. Non si può stabilire alcuna censura.
- Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
I maltrattamenti sul posto di lavoro sono un fenomeno diffusissimo in Italia che riguarda milioni di lavoratori. Tale fenomeno viene designato solitamente con il termine mobbing.
Personalmente non condivido l’uso di questo termine per designare un fenomeno, nella realtà dei fatti, multiforme e complesso.
Non c'è una definizione specifica di mobbing che sia internazionalmente riconosciuta.
Per esempio si può definire nel modo seguente:
  "sul posto di lavoro il mobbing consiste in un comportamento ripetuto, irragionevole, mirato verso un dipendente o un gruppo di dipendenti, tale da creare un rischio per la salute e la sicurezza degli stessi ".
Con una interessante sentenza la Cassazione ha ritenuto che la convivenza sul luogo di lavoro sia equiparabile a quella familiare, e che dunque il maltrattamento dei dipendenti per stimolarne la produttività e accrescere i profitti costituisce reato punibile con la reclusione (Cassazione Sezione Sesta Penale n. 10090 del 12 marzo 2001, Pres. Sansone, Rel. Garribba).
Il testo dello Statuto dei lavoratori contiene norme relative a numerose previsioni specifiche, su alcune delle quali si sofferma in modo dettagliato.
Si divide in un titolo dedicato al rispetto della dignità del lavoratore, in due titoli dedicati alla libertà ed all'attività sindacali, in un titolo sul collocamento ed in uno sulle disposizioni transitorie.
Lo Statuto sancisce, in primo luogo, la libertà di opinione del lavoratore (art.1), che non può quindi essere oggetto di trattamento differenziato in dipendenza da sue opinioni politiche o religiose.

"Il lavoro è umano solo se resta intelligente e libero".
Papa Paolo VI.

domenica 2 ottobre 2011

LA FENICE

link martuseditore.blogspot.com







LAVORO E LIBERTA' - A CURA DI ANTONIO COZZITORTO

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La prima ragione della nostrindignazione quali cittadini liberi, nasce dall'assenza, nellalotta politica locale, di uninteresse sui diritti democraticidei lavoratori e delle lavoratrici. Così come nei meccanismi elettorali i cittadini sono stati privati del diritto di scegliere chi eleggere, allo stesso modo ma assai più gravemente ancorun lavoratore e una lavoratrice non hanno il diritto didecidere, con il proprio voto su opzioni diverse, di accordi sindacali che decidono del loro reddito, delle loro condizioni di lavoro e dei loro diritti nel luogo di lavoro. Penso ad accordi che non mettano in discussione diritti indisponibili.
Un diritto della persona che lavora che non può essere sostituito dalle dinamiche dentro e tra le organizzazioni sindacali e datoriali, pur necessarie e indispensabili.
Di tutto ciò c'è una flebile traccia nella discussione politica, purtroppo, esili promesse elettorali; ritengo, invece che questa debba essere una delle discriminanti chestrutturano le scelte di campo nell'impegno politico e civile.

La crescente importanza nellavita di ogni cittadino delle scelte operate nel campo economico dovrebbe portare a un rafforzamento dei meccanismi di controllo pubblico e di bilanciamento del potere economico; senza tali meccanismi, infatti, è più elevata la probabilità, come stiamo sperimentando, di patire pesanti conseguenze individuali e collettive.
La seconda ragione della nostra indignazione di cittadini, è lo sforzo continuo di larga parte della politica italiana di ridimensionare la piena libertà di esercizio del conflitto sociale.

Le società democratiche considerano il conflitto sociale, sia quello tra capitale e lavoro sia i movimenti della società civile su questioni riguardanti i beni comuni e il pubblico interesse, come l'essenza stessa del loro carattere democratico.
Solo attraverso un pieno dispiegarsi, nell'ambito dei diritti costituzionali, di tali conflitti si controbilanciano i potentati economici, si alimenta la discussione pubblica, si controlla l'esercizio del potere politico, si combatte la logica del ricatto.
I diritti, quindi, sia quelliindividuali sia quelli collettivi, non possono essere subordinati all'interesse della singola impresa o del sistema delle imprese o ai superiori interessi dello Stato e quindi dei cittadini.
Ci indigna infine la continua riduzione del lavoro su scala nazionale con conseguenze ancora più pesanti in ambito locale; ecco, allora gli avvoltoi della politica che seminano discordie sociali con il chiaro intento di mantenere il controllo della situazione generando così una condizione che ne nega la possibilità di espressione e di realizzazione di sé.
Bisogna ridare centralità politica al lavoro.

Riportare il lavoro, il mondo del lavoro, al centro dell'agenda politica: nell'azione di governo, nei programmi dei partiti, nella battaglia delle idee.
Questa è oggi la via maestra per la rigenerazione della politica stessa.
Per queste ragioni dobbiamo decidere di dar vita ad un'azione etica e politica che si propone di suscitare nella società, nella politica, nella cultura, una riflessione e un'azione adeguata con l'intento di sostenere tutte le forze che sappiano muoversi con coerenza e onestà su questo terreno.

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GIUSTIZIA SOCIALE E LIBERTA' INDIVIDUALE - A CURA DI ANGELO MARTUCCI

Ho voluto dare a questo blog il nome dell'essere più affascinante della mitologia assiro-greca.
La fenice è l'uccello di fuoco, che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte.
Uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe, due lunghe piume — una rosa ed una azzurra — che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo) e tre lunghe piume che pendono dalla coda piumata — una rosea, una azzurra e una color rosso-fuoco.
Non è eseggerato, per un sansostese innamorato del proprio paese come lo sono io, paragonarlo alla Fenice, l'essere più bello del creato.
Come la Fenice, San Sosti deve risorgere dalle proprie ceneri, dalla propria morte e ricominciare a volare.
Perchè ciò avvenga occorre una riformulazione della concezione dell'individuo alla base della filosofia politica, che tenga nel debito conto, non come fattore accidentale ma come aspetto essenziale, il bisogno di cure e l'inevitabile dipendenza dagli altri.
Diversamente, il vero intento del liberalismo non potrà essere perseguito, infatti, esso "pone l'accento sul nostro desiderio che tutte le persone abbiano la possibilità di sviluppare l'intera gamma delle loro facoltà umane, a qualunque livello sia possibile date le condizioni a cui si trovino" .
Le concezioni politiche moderne e contemporanee adottano una stretta distinzione fra la razionalità e moralità degli individui rispetto alla loro naturalità.
Introduzione altamente filofofica dei concetti "giustizia sociale" e "dignità umana?" Forse si, ma è proprio da questi concetti "essenziali" che si formano i presupposti di una società veramente civilizzata.
E' bene partire proprio da essi per tentare una prima analisi del tessuto sociale sansostese. Il malessere sociale imperante affonda, purtroppo le sue radici nel corso degli anni, generato ad esempio, dalle mutate esigenze individuali, da una logica pseudo-progressista originata a sua volta dalle mutate condizioni economiche registrate a cavallo del decennio Ottanta-Novanta. E' proprio questa la genesi di una nuova, "per così dire", azione politica, protesa, purtroppo in direzione della logica del "populismo". Non l'idea, non i programmi di sviluppo, non la validità intellettuale del soggetto, trovano una collocazione sullo scenario politico del nostro paese, si è affermata la nuova cultura, di stampo berlusconiano, protesa all'esasperazione dell'immagine, al culto della persona, alla "quantità" e non alla "qualità".
Patologie psico-sociali pericolose inevitabilmente conducono a logiche mentali perseverse individuali che ormai caratterizzano lo scenario socio-politico sansostese.
Siamo ben oltre il rispetto della dignità personale, ormai "la fa da padrona" la logica della vendetta, dell'odio personale, del sospetto, dell'illegalità assunta a sistema.
E la "piazza?" viene coercita e soggiogata, ben lungi dalla voglia di difendere i diritti imprescindibili, propensa ad accettare passivamente ogni tipo di mortificazioni alla dignità umana, mortificazioni, talvolta legate alle necessità individuali.
Concetto fondamentale di uno Stato democratico e progressista è la politica intesa come servizio collettivo, operata, cioè, nell'interesse dell'intera collettività.
Quale interesse collettivo viene garantito dalle scelte operate dall'amministrazione pro-tempore sansostese? Aumento delle tasse comunali senza giustificato e fondato motivo? Sperpero di denaro pubblico per tradizioni inventate e initolazioni varie? Azione di tipo coercitiva e ritorsionistica nei confronti dei "dissidenti?".
La situazione attuale è veramente grave, è un oltraggio ai concetti fondamentali di uno stato libero e democratico, quali Giustizia Sociale e Dignità Individuale.  
E' necessaria, anzi, di vitale importanza per una auspicata "primavera" sansostese una collettiva presa di coscienza che possa condurre a scelte criteriate.
Per riconquistare la dignità individuale è necessario mettere al bando azioni anti-democratiche quali il ricatto, l'inganno, la coercizione, la menzogna; più che azioni, veri e propri strumenti utilizzati da soggetti di dubbia moralità che hanno la pretesa di auto-definirsi "amministratori".