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LAVORO E LIBERTA' - A CURA DI ANTONIO COZZITORTO
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La prima ragione della nostrindignazione quali cittadini liberi, nasce dall'assenza, nellalotta politica locale, di uninteresse sui diritti democraticidei lavoratori e delle lavoratrici. Così come nei meccanismi elettorali i cittadini sono stati privati del diritto di scegliere chi eleggere, allo stesso modo ma assai più gravemente ancorun lavoratore e una lavoratrice non hanno il diritto didecidere, con il proprio voto su opzioni diverse, di accordi sindacali che decidono del loro reddito, delle loro condizioni di lavoro e dei loro diritti nel luogo di lavoro. Penso ad accordi che non mettano in discussione diritti indisponibili.
Un diritto della persona che lavora che non può essere sostituito dalle dinamiche dentro e tra le organizzazioni sindacali e datoriali, pur necessarie e indispensabili.
Di tutto ciò c'è una flebile traccia nella discussione politica, purtroppo, esili promesse elettorali; ritengo, invece che questa debba essere una delle discriminanti chestrutturano le scelte di campo nell'impegno politico e civile.
La crescente importanza nellavita di ogni cittadino delle scelte operate nel campo economico dovrebbe portare a un rafforzamento dei meccanismi di controllo pubblico e di bilanciamento del potere economico; senza tali meccanismi, infatti, è più elevata la probabilità, come stiamo sperimentando, di patire pesanti conseguenze individuali e collettive.
La seconda ragione della nostra indignazione di cittadini, è lo sforzo continuo di larga parte della politica italiana di ridimensionare la piena libertà di esercizio del conflitto sociale.
Le società democratiche considerano il conflitto sociale, sia quello tra capitale e lavoro sia i movimenti della società civile su questioni riguardanti i beni comuni e il pubblico interesse, come l'essenza stessa del loro carattere democratico.
Solo attraverso un pieno dispiegarsi, nell'ambito dei diritti costituzionali, di tali conflitti si controbilanciano i potentati economici, si alimenta la discussione pubblica, si controlla l'esercizio del potere politico, si combatte la logica del ricatto.
I diritti, quindi, sia quelliindividuali sia quelli collettivi, non possono essere subordinati all'interesse della singola impresa o del sistema delle imprese o ai superiori interessi dello Stato e quindi dei cittadini.
Ci indigna infine la continua riduzione del lavoro su scala nazionale con conseguenze ancora più pesanti in ambito locale; ecco, allora gli avvoltoi della politica che seminano discordie sociali con il chiaro intento di mantenere il controllo della situazione generando così una condizione che ne nega la possibilità di espressione e di realizzazione di sé.
Bisogna ridare centralità politica al lavoro.
Riportare il lavoro, il mondo del lavoro, al centro dell'agenda politica: nell'azione di governo, nei programmi dei partiti, nella battaglia delle idee.
Questa è oggi la via maestra per la rigenerazione della politica stessa.
Per queste ragioni dobbiamo decidere di dar vita ad un'azione etica e politica che si propone di suscitare nella società, nella politica, nella cultura, una riflessione e un'azione adeguata con l'intento di sostenere tutte le forze che sappiano muoversi con coerenza e onestà su questo terreno.
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GIUSTIZIA SOCIALE E LIBERTA' INDIVIDUALE - A CURA DI ANGELO MARTUCCI
Ho voluto dare a questo blog il nome dell'essere più affascinante della mitologia assiro-greca.
La fenice è l'uccello di fuoco, che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte.
Uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe, due lunghe piume — una rosa ed una azzurra — che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo) e tre lunghe piume che pendono dalla coda piumata — una rosea, una azzurra e una color rosso-fuoco.
Non è eseggerato, per un sansostese innamorato del proprio paese come lo sono io, paragonarlo alla Fenice, l'essere più bello del creato.
Come la Fenice, San Sosti deve risorgere dalle proprie ceneri, dalla propria morte e ricominciare a volare.
Perchè ciò avvenga occorre una riformulazione della concezione dell'individuo alla base della filosofia politica, che tenga nel debito conto, non come fattore accidentale ma come aspetto essenziale, il bisogno di cure e l'inevitabile dipendenza dagli altri.
Diversamente, il vero intento del liberalismo non potrà essere perseguito, infatti, esso "pone l'accento sul nostro desiderio che tutte le persone abbiano la possibilità di sviluppare l'intera gamma delle loro facoltà umane, a qualunque livello sia possibile date le condizioni a cui si trovino" .
Le concezioni politiche moderne e contemporanee adottano una stretta distinzione fra la razionalità e moralità degli individui rispetto alla loro naturalità.
Introduzione altamente filofofica dei concetti "giustizia sociale" e "dignità umana?" Forse si, ma è proprio da questi concetti "essenziali" che si formano i presupposti di una società veramente civilizzata.
E' bene partire proprio da essi per tentare una prima analisi del tessuto sociale sansostese. Il malessere sociale imperante affonda, purtroppo le sue radici nel corso degli anni, generato ad esempio, dalle mutate esigenze individuali, da una logica pseudo-progressista originata a sua volta dalle mutate condizioni economiche registrate a cavallo del decennio Ottanta-Novanta. E' proprio questa la genesi di una nuova, "per così dire", azione politica, protesa, purtroppo in direzione della logica del "populismo". Non l'idea, non i programmi di sviluppo, non la validità intellettuale del soggetto, trovano una collocazione sullo scenario politico del nostro paese, si è affermata la nuova cultura, di stampo berlusconiano, protesa all'esasperazione dell'immagine, al culto della persona, alla "quantità" e non alla "qualità".
Patologie psico-sociali pericolose inevitabilmente conducono a logiche mentali perseverse individuali che ormai caratterizzano lo scenario socio-politico sansostese.
Siamo ben oltre il rispetto della dignità personale, ormai "la fa da padrona" la logica della vendetta, dell'odio personale, del sospetto, dell'illegalità assunta a sistema.
E la "piazza?" viene coercita e soggiogata, ben lungi dalla voglia di difendere i diritti imprescindibili, propensa ad accettare passivamente ogni tipo di mortificazioni alla dignità umana, mortificazioni, talvolta legate alle necessità individuali.
Concetto fondamentale di uno Stato democratico e progressista è la politica intesa come servizio collettivo, operata, cioè, nell'interesse dell'intera collettività.
Quale interesse collettivo viene garantito dalle scelte operate dall'amministrazione pro-tempore sansostese? Aumento delle tasse comunali senza giustificato e fondato motivo? Sperpero di denaro pubblico per tradizioni inventate e initolazioni varie? Azione di tipo coercitiva e ritorsionistica nei confronti dei "dissidenti?".
La situazione attuale è veramente grave, è un oltraggio ai concetti fondamentali di uno stato libero e democratico, quali Giustizia Sociale e Dignità Individuale.
E' necessaria, anzi, di vitale importanza per una auspicata "primavera" sansostese una collettiva presa di coscienza che possa condurre a scelte criteriate.
Per riconquistare la dignità individuale è necessario mettere al bando azioni anti-democratiche quali il ricatto, l'inganno, la coercizione, la menzogna; più che azioni, veri e propri strumenti utilizzati da soggetti di dubbia moralità che hanno la pretesa di auto-definirsi "amministratori".
LAVORO E LIBERTA' - A CURA DI ANTONIO COZZITORTO
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La prima ragione della nostrindignazione quali cittadini liberi, nasce dall'assenza, nellalotta politica locale, di uninteresse sui diritti democraticidei lavoratori e delle lavoratrici. Così come nei meccanismi elettorali i cittadini sono stati privati del diritto di scegliere chi eleggere, allo stesso modo ma assai più gravemente ancorun lavoratore e una lavoratrice non hanno il diritto didecidere, con il proprio voto su opzioni diverse, di accordi sindacali che decidono del loro reddito, delle loro condizioni di lavoro e dei loro diritti nel luogo di lavoro. Penso ad accordi che non mettano in discussione diritti indisponibili.
Un diritto della persona che lavora che non può essere sostituito dalle dinamiche dentro e tra le organizzazioni sindacali e datoriali, pur necessarie e indispensabili.
Di tutto ciò c'è una flebile traccia nella discussione politica, purtroppo, esili promesse elettorali; ritengo, invece che questa debba essere una delle discriminanti chestrutturano le scelte di campo nell'impegno politico e civile.
La crescente importanza nellavita di ogni cittadino delle scelte operate nel campo economico dovrebbe portare a un rafforzamento dei meccanismi di controllo pubblico e di bilanciamento del potere economico; senza tali meccanismi, infatti, è più elevata la probabilità, come stiamo sperimentando, di patire pesanti conseguenze individuali e collettive.
La seconda ragione della nostra indignazione di cittadini, è lo sforzo continuo di larga parte della politica italiana di ridimensionare la piena libertà di esercizio del conflitto sociale.
Le società democratiche considerano il conflitto sociale, sia quello tra capitale e lavoro sia i movimenti della società civile su questioni riguardanti i beni comuni e il pubblico interesse, come l'essenza stessa del loro carattere democratico.
Solo attraverso un pieno dispiegarsi, nell'ambito dei diritti costituzionali, di tali conflitti si controbilanciano i potentati economici, si alimenta la discussione pubblica, si controlla l'esercizio del potere politico, si combatte la logica del ricatto.
I diritti, quindi, sia quelliindividuali sia quelli collettivi, non possono essere subordinati all'interesse della singola impresa o del sistema delle imprese o ai superiori interessi dello Stato e quindi dei cittadini.
Ci indigna infine la continua riduzione del lavoro su scala nazionale con conseguenze ancora più pesanti in ambito locale; ecco, allora gli avvoltoi della politica che seminano discordie sociali con il chiaro intento di mantenere il controllo della situazione generando così una condizione che ne nega la possibilità di espressione e di realizzazione di sé.
Bisogna ridare centralità politica al lavoro.
Riportare il lavoro, il mondo del lavoro, al centro dell'agenda politica: nell'azione di governo, nei programmi dei partiti, nella battaglia delle idee.
Questa è oggi la via maestra per la rigenerazione della politica stessa.
Per queste ragioni dobbiamo decidere di dar vita ad un'azione etica e politica che si propone di suscitare nella società, nella politica, nella cultura, una riflessione e un'azione adeguata con l'intento di sostenere tutte le forze che sappiano muoversi con coerenza e onestà su questo terreno.
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GIUSTIZIA SOCIALE E LIBERTA' INDIVIDUALE - A CURA DI ANGELO MARTUCCI
Ho voluto dare a questo blog il nome dell'essere più affascinante della mitologia assiro-greca.
La fenice è l'uccello di fuoco, che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte.
Uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe, due lunghe piume — una rosa ed una azzurra — che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo) e tre lunghe piume che pendono dalla coda piumata — una rosea, una azzurra e una color rosso-fuoco.
Non è eseggerato, per un sansostese innamorato del proprio paese come lo sono io, paragonarlo alla Fenice, l'essere più bello del creato.
Come la Fenice, San Sosti deve risorgere dalle proprie ceneri, dalla propria morte e ricominciare a volare.
Perchè ciò avvenga occorre una riformulazione della concezione dell'individuo alla base della filosofia politica, che tenga nel debito conto, non come fattore accidentale ma come aspetto essenziale, il bisogno di cure e l'inevitabile dipendenza dagli altri.
Diversamente, il vero intento del liberalismo non potrà essere perseguito, infatti, esso "pone l'accento sul nostro desiderio che tutte le persone abbiano la possibilità di sviluppare l'intera gamma delle loro facoltà umane, a qualunque livello sia possibile date le condizioni a cui si trovino" .
Le concezioni politiche moderne e contemporanee adottano una stretta distinzione fra la razionalità e moralità degli individui rispetto alla loro naturalità.
Introduzione altamente filofofica dei concetti "giustizia sociale" e "dignità umana?" Forse si, ma è proprio da questi concetti "essenziali" che si formano i presupposti di una società veramente civilizzata.
E' bene partire proprio da essi per tentare una prima analisi del tessuto sociale sansostese. Il malessere sociale imperante affonda, purtroppo le sue radici nel corso degli anni, generato ad esempio, dalle mutate esigenze individuali, da una logica pseudo-progressista originata a sua volta dalle mutate condizioni economiche registrate a cavallo del decennio Ottanta-Novanta. E' proprio questa la genesi di una nuova, "per così dire", azione politica, protesa, purtroppo in direzione della logica del "populismo". Non l'idea, non i programmi di sviluppo, non la validità intellettuale del soggetto, trovano una collocazione sullo scenario politico del nostro paese, si è affermata la nuova cultura, di stampo berlusconiano, protesa all'esasperazione dell'immagine, al culto della persona, alla "quantità" e non alla "qualità".
Patologie psico-sociali pericolose inevitabilmente conducono a logiche mentali perseverse individuali che ormai caratterizzano lo scenario socio-politico sansostese.
Siamo ben oltre il rispetto della dignità personale, ormai "la fa da padrona" la logica della vendetta, dell'odio personale, del sospetto, dell'illegalità assunta a sistema.
E la "piazza?" viene coercita e soggiogata, ben lungi dalla voglia di difendere i diritti imprescindibili, propensa ad accettare passivamente ogni tipo di mortificazioni alla dignità umana, mortificazioni, talvolta legate alle necessità individuali.
Concetto fondamentale di uno Stato democratico e progressista è la politica intesa come servizio collettivo, operata, cioè, nell'interesse dell'intera collettività.
Quale interesse collettivo viene garantito dalle scelte operate dall'amministrazione pro-tempore sansostese? Aumento delle tasse comunali senza giustificato e fondato motivo? Sperpero di denaro pubblico per tradizioni inventate e initolazioni varie? Azione di tipo coercitiva e ritorsionistica nei confronti dei "dissidenti?".
La situazione attuale è veramente grave, è un oltraggio ai concetti fondamentali di uno stato libero e democratico, quali Giustizia Sociale e Dignità Individuale.
E' necessaria, anzi, di vitale importanza per una auspicata "primavera" sansostese una collettiva presa di coscienza che possa condurre a scelte criteriate.
Per riconquistare la dignità individuale è necessario mettere al bando azioni anti-democratiche quali il ricatto, l'inganno, la coercizione, la menzogna; più che azioni, veri e propri strumenti utilizzati da soggetti di dubbia moralità che hanno la pretesa di auto-definirsi "amministratori".
HAI INQUADRATO LA SITUAZIONE. DOVREBBERO VERGOGNARSI TUTTI QUELLI CHE AVANZANO PRETESE ASSURDE COME QUELLA DI CANDIDARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI. HANNO PORTATO SOLO IL MALE AL NOSTRO PAESE.
RispondiEliminaSARA' CANDIDATO ANTONIO COZZITORTO? SPERO PROPRIO DI SI E SPERO NON SI TROVI IN QUALCHE MISCHIA, LE ULIME ELEZIONI INSEGNANO...
Ancora complimenti al dott. Martucci, non solo ha inquadrato bene la situazione politica di San Sosti degli ultimi trent'anni, ma ha "composto" un vero e proprio manifesto con una padronanza dialettica eccellente. Veramente complimenti. Senza alcun dubbio Antonio in questi ultimi due anni ha dimostrato e sta dimostrando di avere una certa preparazione e una certa cultura, dal mio punto di vista, come penso da quello di molto altri, si deve presentare ed aspirare ad una carica importante. Spero che chi di dovere prenda in seria considerazione questa eventualità.
RispondiEliminaTutto questo è geniale. Una candidatura, quella di Antonio, preparata da molto tempo! E' la resa dei conti, Forza Angelo!!!
RispondiEliminaQuanto li dobbiamo sopportare questi buffoni?
RispondiEliminaHai fatto un bell'articolo, solo che ci dovevi andare più pesente.
Antonio in lista con De Marco!
un manifesto di Sinistra, complimenti ad Angelo. Il suo candidato sarà sicuramente all'altezza, altrimenti che senso avrebbe?
RispondiEliminaCostantino Frontera
Noi pensiamo che gli insegnamenti fondamentali che ci ha trasmesso prima di tutto Karl Marx e alcune delle lezioni di Lenin conservino una loro validità, e che vi sia poi, d'altra parte, tutto un patrimonio e tutta una parte di questo insegnamento che sono ormai caduti, che debbono essere abbandonati con gli sviluppi nuovi che abbiamo dato alla nostra elaborazione, che si concentra su un tema che non era il tema centrale dell'opera di Lenin. (Enrico Berlinguer)
RispondiEliminaFa piacere sapere che ragazzi molto giovani come ne caso specifico di antonio siano politicamente formati sulla scia politica dei grandi della Sinistra. La Sinistra, dunque, ha una speranza di sopravvivere con loro.
STEFANO CARBONE